Secondo quanto rivela un report condotto da Confartigianato, è a Roma che si trovano i rifiuti più cari: nella Capitale la raccolta dell’immondizia costa infatti agli abitanti locali 250 euro pro capite, oltre il 50 per cento in più rispetto alla media nazionale. Eppure, solamente il 9 per cento dei romani ritiene che la propria città sia pulita, creando un evidente gap di consapevolezza tra la felicità nella pulizia della propria città, e il costo del servizio pagato.
Più in particolare, afferma Confartigianato, Roma assorbe il 7,8 per cento dei costi nazionali per il servizio di igiene urbana, ma tra il 2011 e il 2015 la soddisfazione dei cittadini capitolini nei confronti della pulizia cittadina è calata del 17,7 per cento, con un quinto dei cittadini che apprezza il decoro dei cassonetti, il 21 per cento che ne apprezza la pulizia intorno alle loro aree, e la stessa percentuale che apprezza la pulizia nella propria zona.
A niente, evidentemente, vale il fatto che a Roma il costo del servizio di pulizia urbano costi circa tre volte e mezzo in più che altrove. Nella Capitale, come sopra anticipato, il costo unitario del servizio di igiene urbana è infatti pari a 41,18 centesimi per kg, superiore di un quarto rispetto al valore medio nazionale di 32,97 centesimi per kg. Un surplus che sembra essere figlio principalmente dell’onere di spazzamento, che costa 15,72 centesimi per kg, tre volte e mezzo in più rispetto ai 4,47 centesimi per kg della media nazionale.
Dall’altra parte della classifica, si trova invece Verona: qui il 71 per cento dei cittadini si dice contento della pulizia della città.