Le prospettive economiche dell’Eurozona sono sempre più gravate nel breve e nel medio termine da un crescente grado di incertezza politica. Nel corso del 2017, Olanda (a marzo), Francia (tra maggio e giugno), Germania (a fine settembre) e forse Italia (in primavera) dovranno rinnovare i parlamenti nazionali.
In tutti i paesi vi è il rischio di ulteriore deriva verso posizioni populiste, che hanno come tratto comune l’ostilità, più o meno forte a seconda dei paesi, all’Unione Europea e all’Unione Monetaria. Anche se i partiti tradizionali dovrebbero riuscire a mantenere una maggioranza relativa saranno condizionati nelle loro scelte politiche dal crescente consenso per l’approccio minimalista e di conservazione dello status quo dei populismi. Il processo di riforma della governance europea rischia di essere significativamente indebolito dal ciclo elettorale 2017, con conseguenze non trascurabili sulla stabilità dell’area nel medio termine.
Tra i vari appuntamenti, come d’altronde ben intuibile, quelli più attesi sono rappresentati da quelli delle principali economie, Francia e Germania in testa. La cancelleria Merkel, in particolare, è attesa da alcune difficili sfide di gestione dell’attuale contesto socio-demografico e socio-economico, con i recenti attentati di Berlino che hanno accresciuto le tensioni nei confronti della gestione dei flussi dei migranti.
L’ipotesi più probabile è che, in Germania, verrà ulteriormente premiata la scelta di una grande coalizione. Il rischio più frequente è che, stretta da una morsa rappresentata dalle polemiche per la gestione dei flussi di cui sopra, e il rischio che una grande coalizione finisca con l’abbattere la percezione di differenze tra i suoi componenti, lo schieramento di maggioranza complessiva riduca drasticamente il suo peso…