L’azionario USA ha avviato la settimana in corsa con un segno positivo grazie al buon andamento dei prezzi del greggio (a loro volta trascinati al rialzo dalle dichiarazioni russe di un prossimo accordo sui livelli di produzione, utile per poter riequilibrare con settore che vive da diverso tempo una condizione di eccesso di offerta) e al fatto che Hillary Clinton è vista come vincitrice del secondo dibattito elettorale contro Donald Trump, almeno secondo i principali media e i sondaggi di opinione compiuti a margine dell’evento televisivo.
In particolare, gli investitori stanno scommettendo con maggiore convinzione sui titoli energetici in vista di un accordo tra i produttori Opec per frenare i livelli record di output di petrolio: la riunione in programma a Vienna potrebbe limare i livelli di produzione, pur in maniera non troppo incisiva, permettendo però di mettere in archivio un buon passo in avanti in tal senso.
Intanto, ieri le borse europee hanno chiuso la seduta con segno positivo. In particolare si è distinta Milano, spinta dai titoli bancari, dagli energetici e da quelli delle telecomunicazioni. L’indice azionario giapponese ha chiuso in rialzo poche ore fa grazie alla buona performance dei titoli minerari che hanno risentito del recente aumento del petrolio e anche della debolezza dello yen sul dollaro. Ieri invece la borsa giapponese era chiusa, quindi gli investitori hanno beneficiato in ritardo di alcuni positivi sviluppi internazionali, tra cui il successo di Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca.
Anche se il vantaggio della candidata democratica non è troppo rassicurante e non è privo di eventuali recuperi, a meno di un mese di distanza dalle elezioni la Clinton è certamente la favorita.