Salvatore Ferragamo, la nota società della moda tricolore, ha affermato di aver chiuso il 2016 con un volume di ricavi equivalente a 1,44 miliardi di euro, in aumento dell’1 per cento a cambi correnti e in diminuzione del 2 per cento a cambi costanti. Il canale distributivo retail ha registrato così ricavi consolidati in miglioramento di oltre il 2 per cento, e del 5 per cento limitando lo spettro temporale al solo quarto trimestre, rispetto a quanto non fosse stata in grado di fare nel corso dell’esercizio 2015.
Il canale wholesale ha invece registrato una diminuzione del 2 per cento anno su anno, con prestazioni trascinate al ribasso soprattutto nel mercato americano, sebbene il quarto trimestre abbia poi mostrato una crescita del 3 per cento su base annua.
Peraltro, in occasione dell’incontro annuale con gli investitori istituzionali, la società ha confermato i suoi piani già esplicitati, ribadendo di voler puntare nel medio termine a una decisa crescita del fatturato, doppia rispetto a quella del mercato, e a rendere ancora più efficiente la rete retail con un conseguente incremento dei margini operativi.
È inoltre emerso, e anche questo non è una sorpresa nonostante qualche tiepido rumors degli scorsi mesi, che la famiglia Ferragamo, attuale azionista di controllo, non ha intenzione di modificare la natura del suo legame con il gruppo, escludendo così qualsiasi intenzione di vendere.
Ribadiamo altresì che le determinanti dello sviluppo, già individuati dal neo-amministratore delegato Poletto, sono rappresentati principalmente dal rafforzamento del marchio, dall’innovazione del prodotto e dal consolidamento delle competenze retail. Non ci resta dunque che attendere che la società macini i primi dati del 2017, e verificare così se i buoni presupposti sopra formulati possono o meno tradursi in realtà nel corso dei primi aggiornamenti contabili del nuovo anno.