In questo momento di crisi economica sono in continuo aumento gli italiani che decidono di reinventarsi in chiave lavorativa: persa la precedente occupazione, infatti, c’è solo una cosa che sia possibile fare per non lasciarsi prendere dallo sconforto. E quella cosa ha strettamente a che fare con l’apertura di una nuova attività economica, magari di franchising ristorazione fast food!
Ebbene sì, perchè nonostante si possa pensare che investire in una nuova impresa equivalga a voler dire un gran dispendio di denaro e di risorse materiali, in realtà oggi giorno ci sono concrete possibilità di avviarsi un’attività del tutto autonoma senza dover spendere eccessivamente.
Il franchising della ristorazione, come dicevamo, è un chiaro esempio in tutto ciò: con qualche risparmio alla mano o facendosi aiutare da qualcuno pronto ad investire un po’ di capitale in una promettente avventura, è sostanzialmente possibile aprirsi una gelateria sotto i marchi più noti o, per chi dovesse avere una disponibilità finanziaria più ampia, inaugurare un locale di pasticceria o di ristorazione che dia modo agli utenti di poter assaporare le specialità di una determinata catena di vendita.
Naturalmente avviarsi nel franchising ristorazione fast food implica un investimento che varia al variare di determinate condizioni, quali la catena sotto la quale si intende operare, la metratura del locale sulla quale si vuol puntare, l’eventuale rafforzamento del “capitolo personale”, l’implementazione di determinanti servizi accessori e così via. Resta il fatto però, che indipendentemente da questi parametri, ormai è il franchising la forma di imprenditorialità più sicura e remunerativa: già il sol pensiero di doversi aprire un’attività totalmente nuova, sola, slegata da qualsivoglia ancora è infatti molto meno convincente. O quanto meno lo è in questo particolare periodo di crisi economica!
Tra l’altro il franchising ristorazione fast food è un settore sul quale possiamo riporre estrema tranquillità: dai dati raccolti dalla Federazione italiana dei pubblici esercizi di Confcommercio emerge che, per quanto la crisi si sia fatta sentire su innumerevoli ambiti del vivere comune, nulla di poi così eclatante sia stato rilevato per quel che riguarda la ristorazione fai da te: il calo dei consumi alimentari fuori di casa ammonta ad un misero 0,1%! Secondo l’Istat inoltre, gli italiani hanno speso ben 73 miliardi di euro per assaporare specialità culinarie al di fuori delle proprie mura domestiche, e ciò sta a significare che il clima di fiducia respirato nei confronti della “ristorazione veloce” è ancora molto elevato.
Per maggiori informazioni visitare la pagina: www.lavoroefranchising.com