Secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’Istituto nazionale di statistica, nel corso del mese di maggio i dati sul commercio estero dell’Italia con i Paesi extra-UE avrebbero mostrato un rimbalzo per entrambi i flussi di ingresso e di uscita, con un passo in avanti più significativo per l’import (+4,3 per cento dopo il -0,8 per cento mese su mese di aprile) che per l’export (+2,2 per cento da -4,4 per cento mese su mese). Di conseguenza l’avanzo commerciale (in termini destagionalizzati) si è ridotto per il secondo mese, a 2,5 miliardi di euro dai 2,7 miliardi di euro di aprile e dai 3,4 miliardi di euro di marzo.
Ragionando invece in termini di base annua entrambi i flussi mostrano tassi di crescita a due cifre: +22,3 per cento per quanto concerne l’import (per trovare un valore più elevato occorre risalire a più di 6 anni fa) e +13,9 per cento per quanto avvenuto sull’export. Ancora, si tenga conto come la crescita congiunturale dell’export sia diffusa a tutti i principali gruppi di industrie con l’eccezione dell’energia, mentre dal lato dell’import da notare il balzo mensile a due cifre sia per i beni strumentali che per i beni di consumo durevoli.
Territorialmente, si noti infine come tutti i principali mercati di sbocco registrano una variazione positiva dell’export, con Mercosur, Cina e Russia a guidare la classifica; da notare il forte rimbalzo verso gli Stati Uniti (+16 per cento dopo il rosso di aprile). Dal lato dell’import, notevole l’impennata dal Giappone (+125 per cento), determinata dall’acquisto di mezzi di navigazione marittima. In sintesi, i dati avvalorano la ritrovata vivacità del commercio extra-UE, che si conferma più marcata dal lato delle importazioni che delle esportazioni.