Secondo quanto afferma la stima flash di gennaio diramata qualche giorno fa dall’Eurostat, l’inflazione è accelerata a 1,8 per cento da 1,1 per cento del mese precedente, al di sopra delle attese del consenso dei principali analisti di mercato, pari all’1,6 per cento e ai livelli massimi che erano stati raggiunti nel corso del 2013. Il dato è spiegato ancora una volta dal contributo dei prezzi energetici, che sono cresciuti nel mese di 2,5 per cento mese su mese e 8,1 per cento anno su anno da 2,6 per cento anno su anno precedente.
Emerge ancora, dalla lettura del comunicato da parte dell’istituto di statistica europeo ,che l’inflazione core è rimasta ferma a 0,9 per cento dopo aver accelerato di un decimo a dicembre. L’inflazione eurozona dovrebbe toccare un massimo al 2,0 per cento nel mese di aprile, sostenuta da un effetto base favorevole della componente core (stimata in crescita a 1,3 per cento). Dalla primavera in poi, l’inversione dell’effetto base dovrebbe riportare i prezzi core all’1,0 per cento e l’indice headline attorno all’1,5 per cento per fine anno. Il forte ingresso nel nuovo anno lascia le previsioni ISP per il 2017 a 1,7 per cento in media annua per l’inflazione headline e a 1,1 per cento quella core (su cui qualche iniziale pressione al rialzo sta cominciando a manifestarsi).
Tra gli altri dati macro recentemente pubblicati, rileviamo infine che la disoccupazione nell’eurozona è calata a dicembre a 9,6 punti percentuali da 9,7 punti percentuali, un dato che peraltro è stato rivisto al ribasso di un decimo di punto, per un livello che è al minimo da maggio 2009 a questa parte. A fine dicembre 2015 il tasso era invece pari al 10,5 per cento.