La fascite plantare, nota anche con il termine di tallonite, è un’infiammazione che colpisce il legamento arcuato ed altre strutture e muscoli nell’area della pianta del piede. Il termine “tallonite” è dovuto al fatto che il dolore si manifesta principalmente nella zona del tallone.
Sintomi e diagnosi della fascite plantare
La fascite muscolare si manifesta principalmente con l’indolenzimento di alcune zone, come ad esempio la giunzione della fascia plantare con l’osso del tallone, oppure dal fondo del tallone verso le dita, o la pianta del piede. In genere, il dolore è più intenso a seguito di un periodo di riposo, come quando ci si sveglia la mattina. Di solito, poi, vi è una sensazione di sollievo dopo una decina di minuti. Tuttavia, il dolore può presentarsi nuovamente nell’arco della giornata, specialmente se si cammina molto oppure a passo sostenuto. Tali sintomi indicano la necessità di rivolgersi ad un medico. Lo specialista, in questo caso, effettua una visita e può prescrivere radiografie al fine di individuare altre problematiche connesse, come ad esempio la spina calcaneare sporgente dal calcagno. In alcuni casi, potrebbero essere necessari alcuni approfondimenti, come la risonanza magnetica, al fine di accertarsi che non vi siano lacerazioni.
La diagnosi
In genere non è particolarmente difficile diagnosticare la fascite plantare. Per farlo correttamente, infatti, è necessario conoscere solamente alcune informazioni provenienti da una semplice anamnesi e dal cosiddetto esame obiettivo (esame fisico del soggetto). Tuttavia, in casi dubbi, il medico potrebbe anche decidere di ricorre a strumenti tecnici come ad esempio la diagnostica per immagini, più precisamente i raggi x oppure alla risonanza magnetica o all’ecografia. I soggetti che, normalmente, sono in grado di diagnosticare tale disturbo sono il fisiatra e l’ortopedico. Ovviamente questo non significa che non potrebbe farlo anche il proprio medico di base. A questo punto potrebbe sorgere spontanea la domanda: come si diagnostica la fascite plantare? Ebbene, il medico, mediante l’anamnesi, cerca di comprendere se sussistano o meno collegamenti tra i sintomi e potenziali fattori scatenanti. In genere le domande a cui rispondere sono “quando si sono manifestati i sintomi”, “in quali occasioni diventano più intensi?” etc. Con l’esame obiettivo, invece, il medico cerca di analizzare lo stato di salute generale del paziente mediante l’osservazione del piede, dell’arco plantare, della caviglia, polpaccio ecc. Solo nel caso in cui entrambe non dovessero essere risolutive, il medico potrebbe optare per gli strumenti di diagnostica visiva sopra richiamati.
Cause della fascite plantare
La fascite plantare può essere originata da diverse problematiche. In primo luogo, un disturbo della postura che causa un sovraccarico sul piede, così come il sovrappeso o malformazioni dei piedi (es. piede cavo). Inoltre, molti sportivi sono particolarmente soggetti a fascite plantare, specialmente chi pratica corsa in maniera amatoriale. Per evitare che la problematica possa manifestarsi, è bene indossare calzature adatte a questo tipo di allenamenti.
Le complicanze
Purtroppo non preoccuparsi della fascite plantare può causare disturbi seri come ad esempio un dolore cronico che rende difficili anche le attività più semplici (camminata). Inoltre, la fascite plantare può causare anche problematiche concernenti la caviglia, ginocchio, anca e perfino la schiena. In parole povere, è fondamentale rivolgersi ad uno specialista non appena ci si rende conto dei primi sintomi.