Ancora brutte notizie dal fronte dei prestiti. Secondo gli ultimi dati diffusi da Bankitalia, infatti, i prestiti concessi alle famiglie italiane sono diminuiti, nel mese di Gennaio, del 3,5% mentre quelli erogati alle imprese del 5%. Dati leggermente migliori del previsto ma, comunque, poco rassicuranti per il proseguio dell’anno in corso. D’altra parte fino a quando i consumi non torneranno a crescere resta difficile immaginare che ci possa essere un’inversione di tendenza nel settore dei prestiti. Le famiglie, dove possibile, rinunciano ad acquistare beni o servizi che possano richiedere un esborso importante di denaro (come, ad esempio, l’acquisto di un’auto, la ristrutturazione della casa, ecc.) e le imprese spesso si vedono costrette a rimandare gli investimenti per far quadrare i bilanci già messi a dura prova dal calo del fatturato.
A questo dobbiamo aggiungere che, attualmente, i prestiti vengono concessi a tassi di interesse non particolarmente vantagiosi. Tanto per fare qualche esempio ed offrire una piccola panoramica di quello che offre il mercato creditizio riportiamo uno studio effettuato dal sito prestitiok.com che ha condotto una piccola indagine simulando di dover richiedere un prestito di 11 mila euro da restituire in 6 anni.
Findomestic, una delle più importanti finanziarie in Italia, ci propone una rata di 198, 10 con un taeg del 9,33%. In sostanza si chiedono 11 mila euro e se ne restituiscono 14.263. Non va meglio con Compass, altro punto di riferimento del settore, che ci chiede una rata di 205,26 euro ed un taeg dell’11,05%. In sostanza si restituiscono 14.880 alla fine dei 6 anni.
Ma il peggio arriva quando proviamo a chiedere il prestito in banca: il Credito Artigiano ci propone un finanziamento con una rata di 209 euro circa (taeg 11,73%) mentre con il Monte dei Paschi di Siena la rata sale a 216 euro. Nel primo caso andremo a restituire alla banca 15.121 euro mentre nel secondo caso ben 15.739. Insomma si chiede un prestito di 11 mila euro e si restituiscono di media, in 6 anni, ben 4 mila euro in più.
Tutto ciò se analizzato nel difficile contesto economico che stiamo attraversando permette di capire subito il perchè ci sia un rallentamento delle richieste di prestito da parte di famiglie e imprese. Senza mai dimenticare che gli istituti di credito, oltre a tenere alti i tassi di interesse, hanno anche irrigidito le garanzie che il cliente, sia esso un privato o un’azienda, deve fornire per poter accedere al credito. Oggi più che mai, infatti, sarebbe impossibile ottenere un finanziamento senza avere una solidità reddituale che garantisca alla banca la solvibilità del credito erogato.
In conclusione, quindi, possiamo dire che i prestiti sono strettamente legati ai consumi. Solo quando questi ultimi torneranno a crescere si potrà assistere ad un’inversione di tendenza del settore creditizio. Tuttavia sarà molto difficile tornare ai livelli record raggiunti tra il 2008 e il 2009 quando i finanziamenti venivano erogati con estrema facilità e, sopratutto, a tassi di interesse estremamente convenienti.