Nanotecnologie: cosa sono e come sono nate

Giusy Neri

 

Le nanoscienze e le nanotecnologie rappresentano lo studio e l’applicazione di… cose estremamente piccole, da utilizzarsi in tutti i campi scientifici come la chimica, la biologia, la fisica, la scienza dei materiali e l’ingegneria.

 

Le idee e i concetti alla base delle nanoscienze e delle nanotecnologie iniziarono con un discorso del fisico Richard Feynman in occasione di una riunione della American Physical Society presso il California Institute of Technology (CalTech) il 29 dicembre 1959, molto prima del vero e proprio uso del termine nanotecnologia. Nel suo discorso, Feynman ha descritto un futuro in cui gli scienziati sarebbero stati in grado di manipolare e controllare singoli atomi e molecole. Poco più di un decennio dopo, nelle sue esplorazioni scientifiche, il professor Norio Taniguchi coniò il termine nanotecnologia. Tuttavia, occorrerà poi attendere fino al 1981, con lo sviluppo del microscopio che poteva “vedere” i singoli atomi, per assistere all’inizio della nanotecnologia moderna.

 

Ma quanto è piccolo l’oggetto della nanotecnologia? Immaginarlo è piuttosto difficile, considerato che un nanometro è un miliardesimo di metro, o 10 alla -9 di un metro. Tenete conto, ad esempio, che ci sono 25.400.000 nanometri in un pollice, e che un foglio di giornale ha uno spessore di circa 100.000 nanometri.

 

La nanoscienza e la nanotecnologia implicano pertanto la capacità di vedere e controllare singoli atomi e molecole. Considerato che tutto, sulla Terra, è fatto di atomi (dal cibo che mangiamo ai vestiti che indossiamo, dagli edifici in cui viviamo e al nostro corpo) ne deriva che la nanotecnologia interessa un po’ qualsiasi cosa ci circonda, compresi noi stessi.

 

 

 

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