I draghi esistono ancora. Certo, a patto di non attendersi enormi creature sputa fuoco, spesso narrate da libri e serie tv. Tuttavia, proprio di draghi, o piccoli draghi, si tratta. E così, nelle grotte slovene di Postumia, è accaduto un evento rarissimo: dopo 70 anni (l’ultimo episodio risale alla metà del secolo scorso, in Francia), è nato un esemplare di questa misteriosa specie, osservata con delle telecamere a infrarosso.
Chiamati protei, i piccoli draghi sono creature lunghe tra i 25 e i 30 centimetri, e sono sicuramente tra gli animali più “strani” che vivono nelle grotte. Il loro habitat metterebbe a dura prova qualsiasi tipo di altro animale: vivono nel buio completo, nella profondità degli anfratti, e secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura, sono una specie vulnerabile che può però vivere anche 100 anni, sopravvivendo per diversi anni senza alcun cibo. Praticamente ciechi, si muovono e si orientano sfruttando l’olfatto, l’udito e la capacità di percepire le onde elettromagnetiche. Si riproducono ogni 7 anni, e si calcola che delle 500 uova deposte, solo 2 larve riusciranno a crescere con successo.
Insomma, una specie rara e difficile da osservare. Ed è proprio per questo motivo che quando a gennaio è stato individuato il primo uovo di piccolo drago, la comunità scientifica internazionale ha puntato il proprio sguardo nelle grotte di Postumia. Delle 64 uova deposte, solamente una ventina sono attualmente rimaste con larve. E una di queste uova si è schiusa con successo lo scorso 30 maggio. Un evento di grandissimo fascino, che non mancherà di generare una nuova passione nei confronti di questi animali mitologici, dal presente, passato e futuro ancora avvolti nel mistero.