Sì, viaggiare… Mario Gennaro non ha mai nascosto la sua passione per i viaggi: girare il mondo con la sua macchina fotografica è il suo stile di vita, ma questo non significa ignorare le proprie origini e lasciare in maniera definitiva la propria città. La Grande Mela, New York, compare spesso nelle esposizioni dell’artista americano: i grattacieli, le grandi strade, le luci, la gente della sua città non potevano non essere rappresentate nelle opere di chi fa arte per raccontare emozioni e scene di vita quotidiana.
Da bravo newyorkese, Mario Gennaro ha dedicato più di un’esposizione alla sua città: il ‘debutto’ c’è stato sul finire degli anni ’90 quando il fotografo ha deciso di raccontare uno dei borough più noti della Grande Mela, il Bronx. Del quartiere che sorge nell’area nord della città se ne parla sempre per la fama di zona malfamata e ricca di criminalità ma Gennaro ha voluto puntare sulle attrazioni presenti: ecco allora una ricca carrellata fotografica del New York Botanical Garden, un’oasi per chi ama la natura. E proprio qui che il fotografo ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia naturalistica, diventata poi uno dei settori nel quale Mario è riuscito ad esprimersi meglio: l’arte del fotografo ha potuto spaziare su oltre 10mila varietà di piante, con il giardino delle rose con 800 varietà differenti che è stata l’attrazione principale della prima esposizione naturalistica di Gennaro.
Ma New York non è solo il Bronx: come non dedicare uno scatto al ponte di Brooklyn, uno dei più fotografatial mondo. Queste immagini sono finite nella mostra fotografica “Luci” dedicata in gran parte a Manhattan, cuore storico della città: Wall Street, Times Square, il Madison Square Garden e ancora Little Italy e i grattacieli che rendono unica New York sono finiti negli scatti di Mario Gennaro e poi nell’esposizione che è nata con lo scopo di esporre al mondo come Gennaro vede la propria città.
Una città non fatta soltanto di luci e grattacieli infiniti, ma anche di gente: un miscuglio di culture che convivono fianco a fianco nella città che rappresenta più di tutte il cuore dell’occidente. Lo stesso cuore che gli attentati dell’11 settembre hanno provato a spezzare: Gennaro anche in questa occasione ha voluto raccontare le emozioni di un avvenimento che è entrato a far parte della storia del mondo occidentale. Le macerie del World Trade Center, la polvere sui visi dei pompieri che prestavano soccorso e dei sopravvissuti, le facce di una Nazione che era stata colpita nell’anima ma aveva voglia di dimostrare subito al mondo di volersi rialzare: tutto questo è stato raccontato con una perfezione che mai prima di allora si era vista nell’arte di Mario Gennaro. Dolore, disperazione, rabbia, orgoglio, voglia di rialzarsi: tutti stati d’animo presenti a New York in quei giorni sono stati ripresi dalla fotografia dell’artista americano. Un racconto in immagini fatto con il cuore per il cuore spezzato della sua città: forse anche per questo gli scatti sulla tragedia dell’11 settembre sono stati quelli che hanno ottenuto i maggiori riconoscimenti tra tutti quelli fatti in carriera da Gennaro. Del resto un fotografo che ha sempre voluto raccontare emozioni, non poteva che rendere al massimo nel raccontare una tragedia che ha scosso il mondo intero. Da New York Gennaro ha voluto far partire un messaggio chiaro: il cuore della città, spezzato dal dolore provocato dall’attentato del 2001, pulsa ancora e non si è fermato sotto i colpi senza scrupoli di Al Qaeda. La fotografia può servire anche a questo.